Charlton Heston

L’altro giorno mi son rivista L’infernale Quinlan, e oltre a consigliarlo tout court, assolutamente e rien ne va plus, mi è venuta in mente una cosa che era un po’ che volevo dirvi, e quindi adesso mi metto qua a parlarvi di Charlton Heston, che è un attore americano morto nel 2008 alla bella età di 84 anni.

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Dunque, voi giovinetti, diciamo voi che siete intorno o addirittura sotto i 30, probabilmente ve lo ricordate solamente come un vecchio cazzone che inveisce contro Michael Moore in Bowling a Columbine, o che sbraita dal podio della National Rifle Association sventolando una carabina a sostegno del suo sacrosanto diritto di tenere armi per casa sancito dal secondo emendamento. E fin qui, eccerto, me lo ricordo pure io.

Però Charlton Heston aveva come abbiamo detto la sua bella età di 84 anni, e non è che sarà sempre stato solamente un cazzone ininterrottamente dagli 0 agli 84 anni, io c’ho questa opinione qui, almeno, ecco.

No perché per esempio è facile dire Eh quello lì è un cazzone perché tutto quello che sai di lui è che alla venerabile ma anche bella età di 84 anni o giù di lì è diventato un fascista anche un po’ di merda. Ma non è mica facile fare il cazzone ininterrottamente per 84 anni, cioè a me questa cosa fa pensare, a me per esempio piacerebbe proprio riuscire a essere una cazzona in modo assiduo e persistente, ma mica ci riesco sempre. Cioè per lunghi periodi anche non impegnandomi troppo ce la faccio, ma poi qualche cosa sensata e persino matura la faccio e BAM! voilà! la media mi si è irrimediabilmente sminchiata.

Ecco.

Per dire.

Poi, voi giovani d’oggi non è che potete sapere certe cose, e non è neanche colpa vostra, chiaro; ma se foste della mia generazione, l’ultima italiana ad avere i ricordi in bianco e nero perché in casa ha avuto fino a una certa età una (e una sola) televisione in bianco e nero, e SENZA telecomando, avreste allora anche il ricordo di fumose epoche storiche in cui c’erano solo due, poi tre, poi sei canali televisivi a disposizione, e una serie limitatissima di film a ruotare sui medesimi nei secoli dei secoli amen.

Io per esempio mi ricordo tutto ciò, e in più avevo un padre che gestiva il telecomando e che guardava solo film western e di azione. Funzionava più o meno così, si guardava il telegiornale Rai, e nell’attesa usciva la signorina buonasera tutta bellina cotonata e gentile che annunciava i (maiuscole) Programmi della Serata, li sciorinava con un bel sorriso e ri-buonasera. A volte mio padre decideva leggendo i titoli in programma sul giornale, qualche volta si sottometteva a qualche richiesta particolare di mia madre, che guardava solo film di guerra, o film religiosi ( è un po’ strano, lo so) o di noi figli (pellicola Disney), ma di solito sceglieva lui, e almeno una volta la settimana film western o film d’azione, e zitti. Noi bambini, peraltro, ne andavamo pazzi. State scherzando? Avventura, indiani, cavalleria, sparatorie, peripezie, inseguimenti, roba veramente ma veramente forte, mica pizzi e fichi.

Perciò dovete capire che se mi metto qua a parlarvi di Charlton Heston, vi devo dire in primis che io me li ricordo praticamente tutti i film che ha fatto, e che penso inoltre di averli visti tutti ma tutti almeno una diecina di volte cadauno, e che in casa nostra il suo nome, il suo volto e la sua filmografia, come quelli di Cary Grant, o Humphrey Bogart o Gary Cooper o John Wayne del resto, erano familiarissimi a noi tutti, mamma papà Inquisition e fratello.

Padre: Cos’è che ha detto che c’è stasera?

Inqui: I comancheros.

Padre: E’ quello dove Gion Uein va a liberare i bianchi che erano stati fatti prigionieri dagli indiani dove poi c’è quella ragazza che si fidanza con Riciard Vidmarc?

Inqui e fratello: Ma nooooo! quello lì è con Giames Stuart, non c’è Gion Uein!!!

Padre: E qual è allora? quello del dottore e del colonnello con la carica dei bambini?

Inqui e fratello: Ma noooooo! papààààà! è quello che c’è il giocatore francese che poi devono scoprire dov’è il covo della banda di indiani comancheros!

Padre: Assì! va bene, allora vediamo quello.

(EEH, ma va?)

Ovviamente la pronunzia inglese avveniva proprio così come proposta, con toni diciamo alquanto lontani dal metodo shenker.

Eniuei.

Tutta questa divagazio parrà – me lo sento – un po’ inutile a voi tutti, soprattutto ai giovinetti, perchè gli altri si sdilinquiranno gradevolmente nei ricordi di ere geologiche antecedenti PERSINO al mundial ’82.

Ma tirandovi addentro a tutta questa digressione io ci avevo in realtà uno scopo, che non so se si è capito, perchè delle volte non è proprio facile spiegarsi, e d’altra parte mica sempre si può piazzar lì un qualche grafico esplicativo, che poi io non li so nemmeno fare, e allora, però il concetto è che se Charlton Heston è stato uno dei tuoi attori preferiti dagli 8 ai 16 anni e conosci a menadito la sua filmografia e vita opere e miracoli alla fine vieni a sapere anche con un certo dispiacere che con lo scorrere degli anni il tuo antico beniamino è diventato fascista, vecchio, rincoglionito e poi addirittura morto, è una cosa che ti fa pensare, e che ti rattrista, ma soprattutto che ti spinge a voler dire un paio di cose in sua difesa, visto che ti ha regalato bellissime serate e sogni quand’eri bambina.

Quindi, diciamo subito che per prima cosa non era neanche un attore così inutile, nè stupido, perchè sceglieva spesso ruoli scomodi e se vogliamo sporchi, non limpidi e cristallini cristallizzati come Gion Uein, e soprattutto conosceva il mestiere: era nato come attore teatrale, e ogni volta che entrava in scena, semplicemente, la riempiva.

E oltre ad aver lavorato con Edward G.Robinson e Orson Welles e De Mille, mica Muccino e Faenza, ha recitato in film che hanno segnato, piaccia o non piaccia, la storia del cinema, da Ben Hur (che bighe o non bighe, ha il suo porco perchè), ai Dieci comandamenti, e soprattutto, e qui vi voglio, al trittico: Il pianeta delle scimmie, 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra, e 2022: I sopravvissuti, tre film che se non li avete visti non sapete niente, ma NIENTE, della fantascienza moderna, e non faticate a giustificarvi che è inutile.

Sul Pianeta delle scimmie, vi dico innanzitutto che se Tim Burton l’ha rifatto, un motivo ci sarà; poi che Heston ha recitato anche nel remake, un piccolo cameo nemmeno accreditato, in cui interpreta -non a caso- il ruolo di un’anziana scimmia che prima di morire da’ una pistola al figlio, introducendo l’uso delle armi da fuoco nella sua specie; terzo, e mi spiace per Tim Burton, la verità è che nei secoli dei secoli tutti ricorderanno sempre e solo il finale del primo film, con la testa della statua della libertà che si rivela agli occhi attoniti di Heston, e non c’è proprio storia.

1975: Occhi bianchi sul pianeta terra è uno di quei film che hanno segnato le mie notti di infanta nei secoli dei secoli, amen. La prima volta che inquadrano il nero albino e i suoi occhi spaventosi, l’angoscia di vedere il protagonista che vaga per le strade di giorno sapendo che deve rientrare entro il tramonto avendo ben chiaro in mente che un giorno inevitabilmente per qualche motivo NON riuscirà a farlo, il sollievo per il sole che sorge a ogni mattina, la paura per quelle creature orribili che ogni notte si ripresentano immancabili a cacciarlo sono tutte granitiche immagini scolpite nel mio immaginario, e sempre il solo evocarle mi procurerà paura e meraviglia.

Vi dirò anche, infine, che accettando di recitarvi Heston nobilitò non solo questo film in particolare, ma il genere fantascientifico in generale, grazie anche alla sua apparizione nel Pianeta delle scimmie.

Fino ad allora nessun attore famoso si sarebbe mai abbassato a interpretare un ruolo così poco rispettato, e tutto il genere science-fiction era irrimediabilmente considerato fuffa di serie B. Quando un attore che non solo era stranoto e strapagato, ma pure premio Oscar, cominciò a recitare in due di queste pellicole, la percezione dell’intero mondo cinematografaro dei tempi cambiò definitivamente.

Il film è tratto da un super libro di un super scrittore, Richard Matheson, del quale consiglio di legger a piene mani (evitate solo, a mio modesto parere, l’orrido polpettone Al di là dei sogni). E’ un bel film, che differisce parecchio dal romanzo, ma che ha comunque un messaggio che io trovo profondamente vero: il protagonista, che è l’ultimo uomo rimasto sulla terra, cerca non tanto di sopravvivere, quanto di non impazzire, perchè molto più importante della morte è non perdere la propria umanità.

2022: I sopravvissuti, ok, non è che sia una pellicola che ha cambiato la storia del cinema. Ma è un bel film, tratto da un bellissimo libro (che ve lo dico a fare) di Harry Harrison, ambientato nella New York del 2022, una città devastata, invasa da milioni di persone che a causa del sovrappopolamento mondiale non hanno più, letteralmente, un posto dove stare, nè di che mangiare. L’inquinamento globale e il surriscaldamento terrestre hanno trasformato le città in maxi Calcutta, sporche, affollate, caotiche, claustrofobiche. Il cibo è il problema maggiore dell’umanità, gli alimenti tradizionali sono quasi completamente scomparsi, l’unica risorsa di cui la popolazione si alimenta è una galletta insapore, ma nutritiva, il Soylent, che -pare- sia prodotto con il plancton. Heston interpreta il protagonista, un poliziotto triste, perdente, che ha come unica famiglia un vecchio amico, Edward G Robinson, un anziano che ricorda ancora il mondo com’era prima che l’inquinamento lo devastasse, e che rimpiange non tanto i mari e i prati in fiore, ma la possibilità per ogni uomo di vivere decentemente. A Heston viene affidato un caso scomodo, e scoprirà insieme all’amico qualcosa di inimmaginabile.

Ve lo consiglio vivamente, insieme agli altri tre titoli andrà senz’altro a impreziosire la vostra speciale collezione di film barra libri che la massa ignora, e converrete con me, cari miei, che la massa va rifuggita come lu dimonio.

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Ed ecco qua, alla fine di questa carrellata sapete un altro po’ di cose su Charlton Heston, e capite bene ora quando vi dico che a me più di tutto angustiano due cose, una che i fanciullini se lo ricorderanno sempre come un vecchio cazzone, e due che lui ha sempre detto che gli pesava molto di passare ai posteri come l’interprete di Ben Hur, ruolo che gli diede la fama ma che non sentiva in realtà suo, e infatti verrà ricordato dai posteri e dai figli e nipoti dei posteri come un cazzone che inveisce contro Michael Moore protestando il proprio diritto ad andare in giro armato, e a me ciò dispiace veramente.

Ma insomma, abbiamo fin qui appurato che Heston nei suoi anni giovanili e anche se vogliamo maturi non è stato nè fascista nè cazzone nè stupido nè bigotto, solo, questo sì, sempre impegnato politicamente, per i repubblicani (che ve lo dico a fare).

E allora, cari miei, vi voglio dire due cose che ho imparato, prima di calarvi l’asso. La prima è che un uomo degno di tale nome non è mai privo di zone d’ombra; e la seconda è che spesso chi ha molto lottato politicamente, invecchiando e nel vedere che i propri ideali giovanili non si sono realizzati -nè si realizzeranno mai- si irrigidisce su posizioni oltranziste e bigotte. E’ il motivo per cui il proverbio: “Chi non è comunista a vent’anni non ha cuore; chi rimane comunista a quaranta non ha cervello” è latore di una profonda verità.

Ed è il motivo per cui penso che forse non sarà stato così immeritevole, così biecamente o irrevocabilmente stupido: forse, io credo, è stato semplicemente un uomo, che come tutti noi ha avuto le proprie idee e le proprie contraddizioni e i proprio lati bui, e che ora non c’è più.

Charlton Heston fu attivista politico per i Democratici dai venti ai cinquantotto anni. Supportò Kennedy, protestò contro il Vietnam e fu sempre irrevocabilmente anzirazzista: marciò a fianco di Martin Luther King nella Marcia per i Diritti Civili a Washington nel 1963.

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Poi, verso i sessant’anni cambiò idea, o bandiera, e passò ai repubblicani. Gli chiesero il perchè di questo cambiamento, rispose che non aveva cambiato lui idea, era il partito democratico non aveva più niente a che vedere con le idee i propositi e la lotta che aveva sempre portato avanti in precedenza. Non era lui, sottintendeva, il rinnegato.

Certo, molti sinistroidi a par mio si riconosceranno in queste parole. Con ciò, non è che lo giustifico, e certamente non penso, non credo, che verso i sessant’anni mi vedrete sbraitare con una camicia verde padania su un palco predicando che l’inno di Mameli dovrà essere tradotto in celtico a cura della Facoltà di Lingue Antiche di Saronno, (istituita per dare un rettorato al meritevole figliolo di Bossi) (grazie di esistere, Michele Serra).

Ma rimane che non si può mai dire, ecco.

E rimane che secondo me, alla fine, se hai marciato di fianco a Martin Luther King, un qualche merito come uomo ce l’hai avuto.

Ed ecco perchè, cari miei, io continuo a volergli bene a Charlton Heston, anche se certo, cazzo se poi è invecchiato male.